Incontro con Emma Cline

Le ragazze, Emma Cline
Einaudi. La mia copia.
I momenti in cui le librerie si animano della presenza contemporanea di scrittori e lettori sono forse quelli di massimo splendore. Perché seppure il web ci ha dato tanto, potere, informazioni, condivisione senza fatica, nuove strategie di comunicazione e infinito confronto, ci ha un po' tolto l'agorà e la sua forza umana.
Ieri sera la Feltrinelli di via Appia, a Roma, è stata la piazza della presentazione, unica in Italia, del nuovo libro di punta di Einaudi, Le ragazze di Emma Cline.
Sono andata dopo aver letto il romanzo in bozza ed essere rimasta colpita dall'intensità riflessiva di alcuni passaggi, e da come sia raccontato il buio dell'anima, quello che nutre il fascino dell'orrore e che andrebbe domato, sempre, fino all'estinzione.
Una voce giovane e un aspetto giovanissimo per una scrittrice nuova, quanto meno nuova alle stampe e alla notorietà, ma che ha nel suo stile un tratto che la fa sembrare esperta, una scrittrice che sa dove va, più di quanto, spesso, un esordiente sembri saper fare. Il libro è carico di inquietudine e di una vena sotterranea di apprensione, che fa salire il lettore nell'altalena emotiva della protezione verso la protagonista, Evie, e del desiderio di esplorare il mistero del suo rapporto di amicizia con Suzanne. Tutto risulta ammantato del percorso intimo che riporta il lettore al momento della propria adolescenza in cui, seppure con derive diverse, quelle narrate dal libro sono, per fortuna, eccezionali, si è scelto chi essere. 
Emma Cline ha parlato con grande disinvoltura della decisione di voler raccontare l'adolescenza nella prospettiva travolgente dei sentimenti che la animano, i picchi e gli abissi di bene e male con cui ogni ragazzina vive anche la quotidianità. L'autrice ha riletto i propri diari di quando aveva quattordici o quindici anni e ha ritrovato quelle gioie assolute e quelle disperazioni totali che ha riportato nel libro. L'adolescenza è un periodo spossante, ha detto, faticosissimo e questo vigore quasi distruttivo si ritrova nel romanzo. Così come ci ritroviamo, con evidenza, le vicende di Charles Manson, gli anni '60 e quella California che fa da naturale sfondo alla storia. Emma Cline ha chiarito come proprio la California, in cui è nata, abbia ancora un forte legame con quegli anni, non del tutto conclusi per alcuni aspetti e come i suoi genitori, vissuti allora, siano stati veicolo per lei di quei tempi e di quelle atmosfere. 
La trama del romanzo è senz'altro intrigante, seppure lo è nel modo spaventoso in cui l'inquietudine diventa affascinante, ma soprattutto, ciò che colpisce con forza è la profondità dello sguardo della giovane autrice, che riporta l'umanità nella semplicità di immagini quotidiane che nascondono il mondo abissale del sentire condiviso:


"Su Internet avevo visto dei vecchi rossetti Yardley - lo stick ormai ridotto a un impasto ceroso sbriciolato - in vendita per quasi cento dollari. 
In modo che le donne di una certa età potessero sentirlo di nuovo, quell'odore chimico di fiori. 
Ecco quanto ci tenevano le persone, a sapere che la loro vita era accaduta davvero, 
che ciò che erano state un tempo esisteva ancora da qualche parte dentro di loro.

La cosa bella delle presentazioni, secondo me, è che chi scrive i libri (belli) ha anche un corpo e parla, e si può incontrare, magari anche fare domande, o semplicemente guardare chi aveva in testa tutto quel mondo che ora conosce anche il lettore, intruso nella storia che avrà animato giorni e settimane e anni della vita di quella persona che fa lo scrittore e che in questo caso è giovane e magari scriverà ancora e verremo di nuovo ad ascoltarla dicendo, si capiva benissimo dal primo romanzo che sarebbe arrivata fin qui. Leggere Le ragazze, anche con un po' di paura, per scoprire che gli scrittori che dicono le cose che pensiamo, meglio di quanto faremmo noi, continuano a nascere. 

Titolo: Le ragazze
Autore: Emma Cline
Traduzione: Martina Testa
Editore: Einaudi
Collana: Stile libero big
Anno pubblicazione: 2016
Prezzo: 18,00 €

Commenti

  1. Mi incuriosisce molto questo debutto, sto leggendo molte cose su questa giovanissima scrittrice e sulla qualità a quanto pare altissima della sua scrittura. Al prossimo giro in libreria lo prenderò.
    Ah, che bella cosa le presentazioni. Peccato che non in tutto lo Stivale sia possibile farne parte :/

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, nelle grandi città è più facile. Comunque il libro è molto valido.

      Elimina

Posta un commento

Post più popolari