Via col vento in casa Cazalet



All'interno del mondo della letteratura, che è più o meno il mio pianeta di elezione, saltellano qua e là dei feticci, qualcosa che suscita la mia venerazione pagana, e sono, tra gli altri, quei libri in cui qualcuno legge, ma non come vezzo o intellettualismo escludente, ma quando il libro nel libro diventa un momento della narrazione.
Non succede spesso che un personaggio letterario sia tanto reale da poter avere un libro in mano, senza che questo sembri l'espediente per garantire profondità all'autore, ma capita, ed è successo anche in Gli anni della leggerezza, primo volume della saga dei Cazalet di Elizabeth Jane Howard e pubblicata da Fazi.
La Howard presenta un poliedro di figure umane, i membri di una famiglia, e struttura l'opera intorno alle vite dei singoli e del gruppo nel medesimo momento, ma dando voce a ciascuno e facendo entrare il lettore di volta in volta nei pensieri del Cazalet centrale nel momento narrativo.
La costruzione è molto articolata, ma condotta così sapientemente che non se ne avverte l'artificio, noi lettori siamo, di volta in volta, adulti uomini di affari, ragazzine piene di progetti, bambine introverse che covano grandi pensieri, mogli deluse o adoranti, rigide signore vittoriane, piccoli maschietti asmatici. Con Elizabeth Jane Howard siamo altro da noi e dal personaggio che avevamo conosciuto nel paragrafo precedente, ciò che resta è il periodo antecedente alla seconda guerra mondiale e il legame tra i personaggi. Tra questi c'è una giovane ragazza, Zoe, seconda moglie del minore dei Cazalet, non troppo integrata in famiglia, non stimata dalla suocera austera matriarca vittoriana, detestata dalla figliastra e non molto considerata dalle cognate, più che altro notata per il suo essere bellissima e seducente. Eppure il primo titolo che compare in questo libro, tra mani adulte almeno, lo porta lei, e non è l'opera di una britannicissima e immensa Virginia Woolf, personaggio di punta allora (e sempre dico io)  o un altro classico inglese, ma è un potente soffio americano, per signore forse, quello che arriva a Home Place, la tenuta di famiglia. Un giorno d'estate, la diversissima Zoe dalle unghie laccate e dalle labbra dipinte, decide di comprare un libro appena uscito che, dice, stanno leggendo tutti. Era il 1937 e il romanzo era Via col vento
Zoe, l'antipatica avvenente, o almeno così si presenta quando ha in mano il libro, è assorta, rapita dalla Mitchell, il tempo le scivola tra le mani, la famiglia intorno ascolta musica, le donne lavorano a maglia, ricamano, si accarezzano il grande pancione al termine di una gravidanza, Zoe, non alza gli occhi dal libro. Il marito lo nota, le chiede del contenuto, lei concede tre parole: parla della guerra civile americana, risponde. Le cognate si scambiano uno sguardo, avevano già discusso tra loro del libro, tempo indietro, lo avevano bocciato, pur avendolo una letto appena, l'altra mai aperto. L'odiosa Zoe, acida e distante coi figli del marito, che usa la bellezza per ammaliarlo e il sesso per tenerselo, mi è stata super simpatica, ho tifato per lei immersa nella sua lettura e non per le due Villy e Sybil, mie preferite fino a quel momento, altere e snob in senso latino. Certo Via col vento non è proprio Gita al faro, allora era quello che diremo un best seller e in quanto tale anche io lo avrei cassato a priori, ma che errore avrei fatto. Zoe non dimentica di portare con sé il libro in spiaggia, rimane colpita da Rossella O'Hara fino all'identificazione, vuole coinvolgere suo marito nella lettura e sente l'ardore del personaggio letterario. Ecco, questo genere di sentimenti per un libro, trovati dentro al libro mi fanno sentire nella storia giusta, è una sensazione impalpabile di condivisione con qualcuno che è dentro il romanzo, e non parlo di condivisione umana o immedesimazione, ma proprio condivisione letteraria. 
Mi rendo conto che in questo caso tutto è avvolto dal fascino dei tempi che furono, e nellea dimensione iperuranica della narrazione, ma un personaggio che legge in un libro che mi piace, mi fa venire voglia di aprirlo ancora. Così è stato altre volte, così succede nelle scatole cinesi metafisiche della lettura. Almeno per me. 

Libri in foto
Titolo: Gli anni della leggerezza
Autore: Elizabeth Jane Howard
Traduzione: Manuela Francescon 
Editore: Fazi
Anno: 2015
Prezzo: 18,50 euro

Titolo: Via col vento
Autore: Margaret Mitchell
Traduzione: Ada Salvatore e Enrico Piceni
Editore: Mondadori
Anno: 1975 (prima ed. italiana 1937)


Commenti

  1. Zoe è un personaggio fantastico, che conosce una maturazione incredibile nel corso della saga. Un bacio Laura*

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    1. Sì, a me è piaciuta in ogni libro di più, ma di certo all'inizio se ne dà un'immagine non positiva, ma era chiaro che la sua fosse una figura dinamica. Ho iniziato ad amarla con Via col vento.

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    2. Citazione molto poco letteraria... ho pensato alla mia nipotina di appena un mese. La compagna di mio fratello si è battuta parecchio per chiamarla Zoe 😊

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  2. Amo anch'io quei libri in cui c'è qualcuno che legge libri e quell'inevitabile gioco di scatole cinesi che si viene a creare nella mente di chi ama la letteratura. È un gioco di rimandi e di spunti che mi rende sempre entusiasta e che crea delle trasversalità interessanti.
    Mi è capitato spesso di andare a leggere proprio il libro o i libri citati in un'opera che stavo leggendo, per curiosità e per creare una sorta di continuità letteraria tra le mie letture e quelle dei personaggi che leggo.
    Ricordo bene la parte de Gli anni della leggerezza in cui Zoe (quanto mi piace come personaggio!) era immersa in Via col vento. E come darle torto, Via col vento è più che un romanzo, è un mondo e io mi ci sono tuffata per la prima volta questa estate ed è stato meraviglioso!

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